Nonna, il nonno non c'è più, ma sarà sempre nel tuo cuore |
Esattamente un anno fa mio padre, il nonno Giggi, se ne è andato. Per i bambini è stato il primo vero lutto e la sua elaborazione non è stata facile, soprattutto per BUH, che aveva già quasi otto anni (per l'elaborazione del lutto di Sorellina, leggete questo post).
Quel giorno ci siamo preparati e, prima di partire alla volta della Calabria, abbiamo aspettato che BUH uscisse da scuola per raccontargli noi stessi quanto era accaduto. Tornati a casa ci siamo seduti sul tappeto in soggiorno (Mr T, mia nipote G, BUH e io), abbiamo parlato, abbiamo pianto e ci siamo abbracciati forte perché ai bambini non si deve negare il diritto al lutto, al dolore che ne consegue e alla sua elaborazione.
Col senno di poi, non avremmo nemmeno dovuto negargli la partecipazione al funerale e l'ultimo saluto al nonno. Avevamo però considerato che il lungo viaggio in auto fino in Calabria e ritorno e la perdita di 3 o 4 giorni di scuola avrebbero pesato molto sul piccolo, visto che si trovava in una nuova classe e stava lavorando per trovare il suo posto all'interno del gruppo.
E proprio perché gli abbiamo negato questo saluto, abbiamo fatto di tutto per aiutarlo a "concretizzare" quanto stava provando, rispondendo con serenità a tutte le domande che ci ha fatto dopo la prima fase di dolore:
«Ma come hanno fatto a capire che era morto? È perché non si svegliava più?»
«Come era fatta la sua bara? C'erano dei fiori? E dove l'hanno portata dopo il funerale?»
«Quando andremo dalla nonna potrò portare un fiore sulla sua tomba?»
Così, piano piano, si è fatto un'idea chiara di quanto era successo, e ha perfino disegnato la bara come l'aveva immaginata ascoltando il nostro racconto. Una bara semplice, circondata di fiori e di una cornice arancione.
Poi la nonna gli ha regalato il cappello di mio padre, al quale si è aggrappato con tutte le sue forze, per sentire ancora vicino il nonno, prima di lasciarlo andare. Per quasi un mese lo ha indossato ogni giorno e ogni sera lo ha riposto ai piedi del suo letto. Ha pianto ogni volta che ne ha sentito il bisogno e anche ora, a distanza di un anno, ogni tanto gli prende la nostalgia dell'allegria e della spensieratezza del nonno Giggi.
BUH e il cappello del nonno |
E certi giorni, non basta nemmeno a me, penso a questo viaggio in Calabria, penso che alla stazione non troverò papà ad aspettarmi e che non sarà lui ad accompagnarmi e a farmi compagnia in attesa della partenza... Penso che mi manca, ma sarà contento da lassù (o da dovunque sia) di vedere le sue quattro donne riunite per ricordarlo e per stare insieme, ancora una volta, come una famiglia...
❤️ È così anche per me.
RispondiEliminaTi capisco. Quando è mancata mia mamma mio figlio aveva 13 anni. Un'età difficile già di suo, ma ero talmente presa e soffocata dal mio dolore che non ricordo nemmeno come abbia vissuto lui il suo.
RispondiEliminaDargli la possibilità di esprimere tutti i suoi sentimenti e di coltivare i ricordi è la scelta migliore che potevate fare!
RispondiEliminaciao murasaky, finalmente rieco ad approdare sul tuo diario
RispondiEliminaè sempre difficlie spiegare lamorte, ancoradi più metabolizzarla
quando persi i miei nonni ero già grande eppure soffrii tantissimo, credo che ogni età abbia la sua espressione di dolore
bacioni, ti abbraccio
carmen