Lo so, sono in ritardo. Avrei voluto preparare questo post ieri, magari inserendoci anche una foto con un particolare rosa, ma... come ho già detto altre volte, nonostante sul lavoro io sia una persona metodica e precisa, non riesco ad applicare queste doti anche nella vita privata.
Insomma come massaia faccio un po' pena, sempre nell'atto di rincorrere tutto quel che c'è da fare per i bambini, in continua lotta con perfide ceste dei panni che non si svuotano mai, con i giochi che si rifiutano di starsene tranquilli nelle loro ceste, con le macchinine abbandonate (No mamma, parcheggiate!) sui pavimenti di corridoio e soggiorno.
E in tutto questo rincorrere la quotidianità, finisco per dimenticare una cosa fondamentale, cosa farei, anzi cosa farebbero i nostri figli le nostre ragioni di vita se dovessero perderci all'improvviso e nella sofferenza di una malattia come il tumore? Non ci avevo mai pensato finché la nostra vicina di casa non mi ha raccontato la sua storia.
"C'è una nostra vicina di casa che, qualche anno fa, all'improvviso, iniziò ad uscire con un foulard in testa, con aria sempre più spaesata e mesta, lei che aveva sempre avuto un sorriso radioso e splendidi capelli lunghi fino alla schiena.
Dopo la nascita del secondo figlio, e grazie alle ecografie e ai controlli che andrebbero fatti da tutti con regolarità (ma in pochi fanno davvero), le diagnosticarono un tumore al seno.
Grazie alla diagnosi abbastanza precoce fu fortunata e, nonostante le cure furono piuttosto pesanti da sopportare con due figli piccoli, alla fine è tornata a sfoggiare il suo sorriso radioso, anche se i capelli ormai si è abituata a portarli corti."
E' una storia forse come tante, ma non così tante come vorrei: non posso fare a meno di pensare che, se la prevenzione fosse presa più sul serio, le storie come questa sarebbero molte, ma molte di più!
Per questo è necessaria una "rivoluzione in rosa".
Brava!
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